Immobili e pronti a svelare i loro segreti nascosti, i relitti sommersi della Puglia

Il fascino e l’emozione di un relitto sommerso sono sensazioni che possono trasformare una semplice vacanza in Puglia, in un’avventura straordinaria.
Non occorre essere esperti della subacquea per scoprire la bellezza dei fondali marini della Puglia e visitare anche i siti dove si trovano i relitti. Quello che serve è sicuramente il rispetto e l’amore per il mare, una dose di avventura e il piacere della scoperta; ma soprattutto è indispensabile rivolgersi a personale esperto nel campo della subacquea, magari un centro diving di provata esperienza, informarsi presso le autorità e diffidare sempre dalle improvvisazioni ed approssimazioni.
Ogni immersione che abbia come destinazione un relitto sommerso, richiede una didattica particolare, finalizzata a tutelare la sicurezza di chi si avventura per la prima volta in questa esperienza. Naturalmente non tutti i relitti fino ad oggi censiti si prestano per essere visitati. Alcuni relitti sono oggetto di immersioni ricreative, alle quali generalmente possono partecipare tutti gli appassionati di subacquea seguiti da istruttore. Altri relitti invece, a causa della profondità a cui si trovano, sono destinati esclusivamente alle immersioni tecniche oggetto di studio e ricerca.
I relitti sommersi nei mari della Puglia sono veramente tanti e questo sicuramente per ragioni storiche e geografiche: ci troviamo in un crocevia di passaggi, ponte tra Oriente ed Occidente, teatro di antiche battaglie. Sarà difficile identificare relitti di navi antichissime costruite con il legno, ma sappiamo per certo che il mar Mediterraneo custodisce i resti di molti naufragi sulle rotte più trafficate dei tempi antichi. E’ nei fondali custodito il mistero di navi di cui non conosceremo mai il capitano, i suoi marinai, le persone ed i loro sogni. E, noi appassionati, non dobbiamo mai dimenticare che i relitti in fondo al mare non sono altro che i testimoni viventi di quelle che sono state tragedie del mare. Sono quello che resta di antiche battaglie, di viaggi della speranza, di voglia di conoscere e sapere. Ciascun naufragio, da quelli più antichi a quelli più recenti, ha trascinato con sé il suo carico di persone, di storie, di attese. Per questo il viaggio alla scoperta dei relitti sommersi è sicuramente un percorso affascinante ma che va vissuto con profondo rispetto, rivolgendo il pensiero a tutte le persone che su quella nave o su quell’aereo hanno lasciato le loro vite.
Dal Gargano sino a Santa Maria di Leuca, il fondo del mare di Puglia custodisce relitti antichi e preziosi dal punto di vista archeologico; ma anche relitti di navi naufragate recentemente, opportunamente bonificate e oggi punto di ritrovo per diverse specie di pesci.
Il fondo del mare delle Isole Tremiti è ricco di relitti molto antichi. Al largo del Promontorio di Punta del Vapore, a circa 30 metri di profondità, si trovano i resti di una nave romana che probabilmente trasportava anfore greche (III-II sec. a.c.).
Sulle sponde dell’Isola di S. Domino, negli anni ottanta fu rinvenuto un relitto, probabilmente di epoca romana, con tutto il suo carico di anfore quasi certamente servite per il trasporto di vino novello. E’ il relitto delle Tre Senghe, del I sec. a.c. e si trova su un fondo a 25 mt di profondità.
Un’immersione ricreativa al relitto della Galea flotta Turca presso l’Isola di Caprara, ci riporta al 1566 ed al naufragio di una galea turca nelle acque antistanti. Due dei suoi 4 cannoni in bronzo furono successivamente recuperati e si possono ammirare oggi presso l’abbazia.
Molto suggestivo e di grande interesse storico è il piroscafo a ruote “Il Lombardo” , uno dei piroscafi utilizzato da Garibaldi per la spedizione dei “Mille” del 1860. Nelle ultime missioni era utilizzato per il trasporto dei detenuti alle iole Tremiti. A causa del maltempo si incagliò presso l’Isola di San Domino il 19/03/1864. Si trova oggi ad una profondità massima di 16 mt, distante dalla riva circa 0,06 miglia e si presta per un’immersione ricreativa.
Nelle acque del Gargano, precisamente nei pressi del Lago di Lesina, si trova il relitto di una nave fa carico di nazionalità maltese che si incagliò nei fondali sabbiosi. La EDEN V, con il suo scheletro arrugginito, la si può ammirare adagiata sulla spiaggia e costituisce un’attrattiva principale per i fotografi.
Al largo di Vieste a circa 17 mt di profondità si trova il relitto della KENMAR una nave di nazionalità americana affondata con il suo carico di grano nel 1945.
Scendendo verso sud, al largo della città di Barletta a circa 10 miglia dalla riva ed a circa 38 mt di profondità, si trova il relitto del sommergibile della marina militare britannica. Il TRITON fu affondato in combattimento dalla torpediniera italiana CLIO il 19 dicembre 1940. E’ un relitto di grande interesse storico e fotografico, si presta per immersioni ricreative ma di grande difficoltà a causa delle forti correnti e della pessima visibilità in alcune condizioni.
Al largo del porto di Bari il relitto di una nave da carico americana affondata nel 1945 a casa di un incendio, giace alla profondità massima di circa 55 mt a circa 0,7 miglia dalla costa e si presta per immersioni ricreative difficoltose.
Nelle acque antistanti il mare tra Polignano a Mare e Monopoli si trova il relitto della nave da carico italiana PENELOPE affondata da un siluro di un sommergibile britannico il 1942. Anche per questa immersione le difficoltà sono notevoli a causa delle correnti. In queste acque, a circa 5 miglia da Monopoli ma non ancora localizzato, si troverebbe anche il relitto della nave passeggeri italiana, l’ Eritrea, colpita e affondata da un siluro nel 1943; a Bisceglie c’è un motoveliero, del quale non è stato possibile individuare il nome; a Barletta, a 28 metri di profondità, giace il relitto del “Regent”, sommergibile inglese, affondato nel 1943 dopo aver urtato una mina di profondità. Il relitto di una nave da carico turca dal nome sconosciuto è affondato nel 1992 nel mare di Torre Canne, e giace su un fondale di 38 metri, ancora in perfetto assetto di navigazione.
Al largo di Torre Canne troviamo il relitto di una nave da carico turca, la GULTEN ISLAMOGLU che trasportava cavi di acciaio e è naufragata nel luglio del 1994, a circa 2,8 miglia dalla costa. Sempre in questo specchio d’acqua a circa 4 miglia dalla costa si trova invece il relitto di DELIA, la nave da carico italiana in navigazione da Bari verso Taranto, fu silurata da un sommergibile britannico ed affondò nel l’aprile del 1942.
Altro relitto di interesse storico, oggetto di immersioni a livello tecnico e difficoltoso, è quello della torpediniera italiana CONFIENZA affondata nel novembre del 1940.
Al largo di Brindisi ad una profondità di oltre 100 mt, a circa 8 miglia dalla costa si trova il relitto della nave passeggeri CITTA’ DI CATANIA, affondata nel 1943 da un siluro britannico ed i resti di un sommergibile italiano riscoperti di recente.
Nelle acque antistanti Casalbate ad una profondità massima di mt 18 si trova il relitto di un aereo da trasporto e addestramento dell’Aeronautica Militare Italiana, ideale per un’immersione ricreativa poco difficoltosa.
Il relitto ATTILIO DEFFENU, un incrociatore italiano affondato nel 1941 da un sommergibile britannico, si trova a circa 30 mt. di profondità al largo di San Cataldo. In queste acque giace anche la nave da carico italiana NINA BIANCHI affondata nel 1940 in seguito alla collisione con un piroscafo.
Nelle acque al largo di Otranto dovrebbe trovarsi anche il relitto della nave da carico greca DIMITRIOS, in navigazione verso Pesaro e affondata nel 1978 per cause sconosciute e ancora oggi non individuato. E’ stato individuato anche il relitto della nave da carico ADONIS affondata con il suo carico di pirite nel 1960; si trova a circa 70 mt. Di profondità e l’immersione si presenta molto difficoltosa.
Nelle acque antistanti Castro a circa 5 miglia dalla costa si trova il relitto della nave da carico britannica MIRIAM naufragata nel 1944 a circa 100 mt. di profondità.
Nell’estremo lembo del Salento, nelle acque antistanti Santa Maria di Leuca, giace il relitto del “Pietro Micca”, il sommergibile della Marina Militare Italiana affondato il 29 luglio del ’43 da un sottomarino britannico, il Trooper. Salpato da Taranto diretto a Napoli, la nave sommergibile invertirà la rotta per rientrare nuovamente al porto di partenza ma verrà silurata dai britannici. L’immersione a circa 2,5 miglia dalla riva e 80 mt di profondità si presenta molto difficoltosa.
Un’altra torpediniera italiana, affondata nel 1916, giace nei fondali del mare Mediterraneo al largo di Leuca, ma il suo relitto non è stato mai localizzato.
A circa 11 km da Santa Maria di Leuca, a Torre Vado, nel giugno del 2007 affondò la nave da carico turca TEVFIK KAPTAN che giace oggi a circa 0,5 miglia dalla costa ad una profondità massima di circa 20 metri. La nave trasportava barre in alluminio e affondò a causa delle avverse condizioni meteorologiche. Dopo un’accurata opera di bonifica il relitto di Torre Vado è diventato il paradiso per cernie e saraghi, anche una meta irrinunciabile per gli appassionati di immersioni. Al largo del porto turistico di Torre Vado dovrebbe trovarsi, ancora non è stato localizzato, il relitto della SANANDREA, la nave cisterna italiana affondata il 31 agosto 1942 in seguito ad un bombardamento aereo.
Sul litorale di Ugento invece non è stato mai localizzato il relitto della CRISTOFORO una nave da carico italiana incagliatasi sulle secche di Ugento ed affondata nel 1973. Nelle immediate vicinanze dalla costa di Punta Pizzo a circa 12 mt di profondità è possibile ammirare il relitto della LIRA, una nave cisterna di nazionalità albanese affondata nel settembre del 1997.
I fondali di Gallipoli custodiscono anch’essi tra gli altri il relitto del peschereccio Frangi ad una profondità massima di mt 5 circa e le navi da carico CATERINA MADRE e PUGLIOLA entrambe affondata dall’urto con una mina nel 1943.
Risalendo sulle acque di Nardò a circa 80 mt di profondità si trova il relitto del QUAIL il cacciatorpediniere inglese affondato nel giugno del 1944 e poco distante a circa 2,2 miglia dalla costa i trova il relitto del bombardiere tedesco JUNKER JU 88.
Avvicinandoci alla costa tarantina, nei pressi di Torre Inserraglio, giace il relitto della nave da trasporto truppe britannica, la NEURALIA, affondata nel maggio del 1945 dopo aver urtato una mina.
Nelle acque del Golfo di Taranto non è ancora stato localizzato il relitto dell’incrociatore ausiliario italiano, l’EGITTO, affondato nel marzo del 1942 mentre scortava il piroscafo ARLESIANA. L’anno prima affondò anche la nave da carico italiana FABIO FILZI silurata da un sommergibile britannico e affondata nelle stesse acque ma mai localizzata. Fu un siluro da parte di un sommergibile tedesco invece a far affondare la nave da carico italiana IMERA nel 1917 , relitto non ancora localizzato.
Altri relitti al largo di Taranto e non ancora localizzati sono la nave da carico italiana CARLO DEL GRECO affondata nel 1941, il sommergibile della Marina Militare Italiana il DELFINO affondato in seguito ad una collisione nel 1943, la torpediniera della Marina Militare Italiana 39T affondata nel 1904, le navi da carico italiane ASTREA affondata nel 1915 e BUCCARI nel 1941.
Nelle acque antistanti il mare si San Pietro in Bevagna tra Gallipoli e Taranto, si trova
uno dei più importanti giacimenti archeologici sottomarini di tutto il Mediterraneo. Si tratta di 23 pesantissimi sarcofagi in marmo greco destinati alla sepoltura di personaggi importanti della Roma antica. I gradi blocchi non ancora decorati, viaggiavano su una nave che per motivi a noi sconosciuti, si inabissò portando con sé il prezioso carico: dal III sec. d.c. i SARCOFAGI DEL RE giacciono in fondo al mare.

Fonte: Libro “Relitti e navi sommerse” di Sergio Pivetta e Giorgio Spazzapan